Giuseppe Conte critica l’aumento delle spese militari italiane senza un piano strategico, ribadendo la necessità di difendere le priorità.
Nel contesto delle nuove pressioni internazionali per l’incremento delle spese in difesa, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si è espresso con fermezza. In un’intervista a La Stampa, ha definito “inaccettabile l’aumento delle spese per la difesa senza un progetto strategico e con impegni assolutamente insostenibili rispetto alle priorità degli italiani”.

Il riarmo senza strategia è “inaccettabile”: la posizione di Conte
Conte ha chiarito che non si tratta di una posizione ideologica contro la difesa: “Io non ci sto a essere definito antimilitarista. Ricordo che anche io al governo ho aumentato le spese militari dall’1,2 all’1,4 per cento. Ma per un miliardo e poco più di aumento di spesa militare abbiamo stanziato 12 miliardi per la sanità e 8,5 per la scuola”. Il problema, sottolinea, è il metodo: “Non escludo che si possa parlare di eventuali aumenti in difesa, ma è inaccettabile il ‘come’”.
Welfare contro sicurezza: una scelta strategica
Conte non risparmia critiche dirette al governo in carica: “Al posto di Meloni avrei tirato fuori il carattere e mi sarei battuto con orgoglio. Se si va solo a dire ‘signor sì’ non si fa un negoziato. Si firma una resa”. La sua analisi si estende anche al contesto internazionale: “Siamo sull’orlo del disordine globale e l’unica proposta che passa è l’aumento della spesa in armi, senza definire prima obiettivi, vincoli, modalità. Solo per accontentare Trump come ha ammesso Mark Rutte nel suo imbarazzante messaggio”.
Il leader M5S propone un’alternativa: “Non bisogna farsi ritrovare isolati ma costruire un fronte contrapposto. Trump, legittimamente, fa gli interessi del suo Paese. Ma sposando la sua stessa logica io avrei lealmente contrapposto ai suoi gli interessi dell’Italia”.
Infine, Conte denuncia la fragilità economica dell’Italia: “Abbiamo i salari tra i più bassi d’Europa e abbiamo 5,7 milioni di persone in povertà assoluta. In questo quadro è assurdo sottoscrivere impegni di spesa aggiuntiva in armi per 445 miliardi con la Nato e 800 miliardi per il riarmo europeo”. E conclude con una visione politica precisa: “L’unica scelta politica che ha senso è accelerare sulla difesa europea. Solo così avremmo razionalizzazione di spesa ed eviteremmo costi aggiuntivi facendo un salto sul piano politico”.